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martedì 8 maggio 2018

Decreto Martina: neonicotinoidi prescritti per legge




COMUNICATO STAMPA

ISDE Italia: Pesticidi dannosi per l’ambiente e per la salute umana non possono essere imposti per legge

Il recente decreto legge del Ministro Martina avente per oggetto “Misure di emergenza per la prevenzione, il controllo e l’eradicazione di Xylella fastidiosa nel territorio della Repubblica Italiana” (GU del 6 aprile 2018) IMPONE l’utilizzo di pesticidi di riconosciuta dannosit{ per la biodiversità, per la sicurezza alimentare e per la salute, violando apertamente i principi di prevenzione e precauzione, i diritti degli agricoltori e delle popolazioni potenzialmente esposte e danneggiando le tante imprese che hanno investito con convinzione nei metodi biologici di coltura come unica forma sostenibile di agricoltura.

Il decreto obbliga, nelle aree affette da xylella fastidiosa, all’uso tra Marzo e Aprile di erbicidi. Si ricorda che l’erbicida più estesamente utilizzato è, ovunque, il glifosato, del quale ISDE ha già denunciato i gravi rischi anche promuovendo recentemente un appello internazionale (http://www.isde.org/glyphosate_appeal.pdf ).

Lo stesso decreto obbliga, tra Maggio e Dicembre, all’uso di insetticidi, indicando in maniera specifica alcuni neonicotinoidi e citando in maniera preferenziale l’acetamiprid in base alla sua “ottima efficacia”, sbilanciando di fatto la scelta verso queste sostanze altamente nocive piuttosto che verso altre (piretrine, olio essenziale di arancio dolce, pur citate nel decreto), approvate in agricoltura biologica ed a basso impatto.

L’emivita biologica dei neonicotinoidi può arrivare a due-tre anni e, quando queste sostanze sono immesse nell’ambiente, possono rimanere nel suolo e nelle falde acquifere per lungo tempo senza essere degradate e accumulandosi nelle piante, comprese quelle a destinazione alimentare. L’acetamiprid, in particolare, è stato riscontrato nell’11,6 % dei punti di monitoraggio delle acque superficiali (nelle aree dove è stato cercato) e nel 3,2 % di quelli delle acque sotterranee. Questi rilievi sono particolarmente gravi in considerazione anche degli effetti letali e subletali sugli anfibi.
Secondo evidenze scientifiche elencate dall’agenzia per la protezione ambientale americana (US EPA), l’acetamiprid è neurotossico e, nei mammiferi, ha conseguenze biologiche negative su fegato, reni, tiroide, testicoli e sistema immunitario. Ha inoltre un’alta tossicit{ per gli uccelli.

Gli effetti biologici dei neonicotinoidi sull’uomo (che può assumerli per contatto, per inalazione e per ingestione) devono essere ancora compiutamente chiariti. Sono stati tuttavia pubblicati sino ad ora 4 ampi studi caso-controllo che descrivono, in tutti i casi e con metodologia adeguata, associazioni significative tra esposizione cronica a neonicotinoidi e rischio di alterazioni dello sviluppo come tetralogia di Fallot, anencefalia, disturbi dello spettro autistico, alterazioni mnesiche e motorie.

Nello stesso periodo in cui è stato varato il decreto Martina, l’UE bandiva in tutti gli Stati l’utilizzo di imidaclopramid, uno dei neonicotinoidi citati nel decreto, perché insieme ad altri



ha effetti devastanti per le api e, di conseguenza, per la tutela della biodiversità e della sicurezza alimentare. Gi{ da gennaio del 2013 l’EFSA aveva giudicato “inaccettabili” i rischi derivanti dagli effetti dei neonicotinoidi su questi insetti ma, evidentemente, di questo non si  è affatto tenuto conto nel decreto. L’opinione estremamente negativa di EFSA sui neonicotinoidi è stata ulteriormente ribadita a febbraio 2018 (“Most uses of neonicotinoid pesticides represent a risk to wild bees and honeybees” https://www.efsa.europa.eu/en/press/news/180228 ).

Va ricordato che Acetamiprid è tra le sostanze rinvenute più frequentemente in Italia in concomitanza con fenomeni di morie o spopolamenti di alveari ed è altamente tossico per altri insetti utili quali lepidotteri e odonati. Inoltre, Acetamiprid è tossico per i lombrichi e riduce le attività respiratorie dei microrganismi del suolo, contribuendo ad alterare ulteriormente le già degradate condizioni pedologiche del territorio, probabili concause dell’indebolimento immunitario degli olivi salentini.

Per imposizione di legge, dunque, per la maggior parte dell’anno gli agricoltori salentini saranno obbligati a contaminare suolo, acqua e prodotti agricoli, a compromettere gravemente la biodiversit{ in un’area a rischio desertificazione, a correre rischi sanitari insieme alle loro famiglie e a farli correre a chi consuma i loro prodotti.

I legislatori avrebbero dovuto chiedersi se un utilizzo così pesante di sostanze tossiche e il prezzo che questo potrebbe comportare in termini ambientali e, di conseguenza, sanitari, potranno mai essere effettivamente utili ad eradicare o anche solo a limitare la xylella in un’area molto vasta, nella quale questo batterio è gi{ da tempo endemico e nella quale si utilizzano già ora quantità molto elevate di pesticidi.

Ma ancor prima, dal punto di vista della tutela della salute pubblica e dell’ambiente, avrebbero dovuto chiedersi quanto etico possa essere imporre per legge obblighi di questo genere, quanto tutto questo costerà alla Puglia ed ai pugliesi e quanto tempo ci vorrà a pagare il conto.

Arezzo, 8 Maggio 2018


Per Informazioni:
Associazione Medici per l'Ambiente - ISDE Italia
Via XXV Aprile, 34 - 52100 Arezzo Tel: 0575-23612 - e-mail: isde@isde.it Web: www.isde.it

lunedì 15 agosto 2016

Intervista a Rubens Onofre Nodari - il futuro è nell'agro-ecologia



Prof. Rubens Onofre Nodari[1], Titolare della Cattedra dell’Università di Santa Catarina, UFSC, Florianopoli, Brasile, Programma di Dottorato in Risorse Genetiche Vegetali

 Scenari innovativi, futuristici, l’illusione di poter conoscere ogni segreto della materia vivente e di poter piegare con pochi gesti alle proprie esigenze, ciò che la natura ha creato e perfezionato nei millenni.
I genetisti della generazione del Prof. Rubens Onofre Nodari, sono stati tra i primi ad avere il privilegio di assistere alla nascita dell’ingegneria genetica ed esserne sollecitati intellettualmente.
Un nuovo passo per la scienza che per alcuni si è immediatamente tradotto in affare miliardario. La possibilità di introdurre sul mercato prodotti capaci di mantenere forme e dimensioni prestabilite, senza i difetti causati dagli insetti, una meta finanziaria promettente cui in pochi si sono sottratti in quegli anni. Anni in cui gli effetti avversi dell’ingegneria genetica erano, tuttavia, già emersi e, nonostante questo, tentazione e lucro  hanno vinto su ragione e buonsenso[2].
“E’ colpa degli scienziati, più che della politica”, afferma il Prof. Nodari e cita “Genes alterados, verdades distorcidas”, un testo edito nel marzo 2015 da Steven M. Druker, un avvocato che affronta temi di pubblico interesse e che ha rivelato la più grossa frode perpetrata dalla scienza, mai conosciuta, costringendo in tribunale, la Food and Drug Administration a rendere pubblici documenti che dimostrano legami strategici a livello governativo e militare, la definizione di come i semi siano stati utilizzati a fini bellici, un’arma da utilizzare tra nazioni a scopi estorsivi, mentre le istituzioni pubbliche si davano da fare per sopprimere le prove e falsare la realtà.
“Quello che mi hanno insegnato i filosofi – dice in proposito il Prof. Nodari – è che lo scienziato non ha diritto a disconoscere ciò che è sconosciuto. Occorre una ricerca capace di contestualizzare e che tenga conto della società, il contrario della visione riduzionista che, oggi, predomina”. Per Nodari la società costituisce un organo di controllo. Ma come può, la società, svolgere tale ruolo se il capitalismo non lo permette? Se la realtà è distorta scientemente? Se la stessa scienza si presta alla mistificazione? E cita Aldo Malavasi, genetista specializzato in genetica animale e Presidente di Biofábrica Moscamed Brasil, azienda che dal 2005 modifica geneticamente la mosca della frutta affinchè non risulti dannosa per le coltivazioni in seno al ‘Programa de Erradicação da Mosca da Carambola’ promosso a livello governativo. Un errore perché, dice il Professore, ciò che è grande e delimitato è facile da controllare ma ciò che è piccolo e dinamico, no, ed esistono circa 500 tipi di insetto resistenti ai pesticidi. Le mutazioni genetiche che alcuni scienziati stanno imponendo alle specie vegetali e animali e l’utilizzo di pesticidi ha aperto la strada a effetti del tutto sconosciuti, anche perché i dati disponibili non sono condivisi con i ricercatori indipendenti, quindi gli effetti di ciò che oggi viene realizzato sono del tutto sconosciuti.
La scienza, dice il Prof. Nodari, ha una grande responsabilità rispetto a questo problema. La trans genia è una sofisticazione della Rivoluzione Verde, dice ancora, e prevede che la nostra specie, di questo passo, non sopravviverà più di 100 anni ancora.
I cambiamenti in atto stanno provocando una diminuzione della biodiversità anche per le conseguenze dei mutamenti climatici. Sulle montagne andine esisteva un tipo di patata che cresceva a 4000 metri di altitudine e che oggi non crescono più perché, anche a quelle altezze, la temperatura si è alzata. A 4000 metri i contadini devono coltivare una varietà di patata che cresceva a 3600 metri.
Ma, conclude il Professore, la possibilità di uscire da questa follia, è percorribile. Non possiamo far tornare la natura come era prima ma quello che possiamo fare è mitigare gli effetti negativi della tecnologia. E’ ciò a cui Nodari sta dedicando le sue energie da alcuni anni: l’Agroecologia, unica via per abbandonare la strada della tecnologia applicata all’agricoltura di base, quella cui il Professore attribuisce una considerazione etica profonda: quanti geni ha una pianta? Ogni gene ha varie possibilità di combinazione operate nel tempo dagli agricoltori: sono contributi che, praticamente, ignoriamo, commenta il Professore che aggiunge: “Quella dell’ingegneria genetica è una appropriazione indebita delle conoscenze intellettuali di intere generazioni di contadini. Attraverso la transgenia è mutato il paradigma della proprietà intellettuale in agricoltura. Invece l’Agroecologia non ha effetti negativi, non usa veleni e diminuisce i costi di produzione. Una varietà transgenica costa 150milioni in più rispetto ad una varietà creola. Inoltre continua a produrre servizi eco sistemici perché in un unico terreno sono presenti decine o centinaia di specie. Al contrario, la monocoltura distrugge la catena trofica ed ecologica e favorisce l’uso di agrotossici”. Ma oggi chi studia agraria viene indirizzato a non riconoscere le interazioni tra le specie né l’importanza sociale dell’agricoltura. “Le università – dice Nodari – formano persone arroganti. Molti agronomi pretendono di sapere più di quanto non sappia un agricoltore, che in realtà sa di più”. Nodari e i suoi ricercatori, con l’Agroecologia, collaborano con un gruppo di agricoltori ad un progetto di miglioramento partecipativo delle specie vegetali basato su tecniche antiche quanto la storia dell’agricoltura: la selezione e ricombinazione naturale delle varietà. L’Agroecologia promuove la coesione sociale, quindi la pianificazione dei paesaggi che viene studiata in modo da ottenere un successo economico.  Si può fare: il Perù, ad esempio, è quasi totalmente agro ecologico. E la ristrutturazione del suolo danneggiato può avvenire in pochi anni. Ma si deve cambiare paradigma culturale. “Rimango sorpreso – dice Nodari – di quanto la gente sia interessata agli effetti sulla salute  di animali e piante e non sulla possibilità di restaurare e preservare. Ci sono pochissimi studiosi che stanno facendo ricerca su questo. Anche chi si occupa di Diritto, sembra non attribuire importanza all’Art. 225 della Costituzione. Dopo i primi anni successivi alla dittatura, quando tutti sembravano voler partecipare al destino del Paese, è finito tutto”. “L’avanzata della scienza e della tecnologia – continua - ha posto il problema dell’uso che si fa della conoscenza. Ad esempio il DDT è una molecola che è stata scoperta nel 19mo secolo da Nobel e in quell’epoca non esistevano norme in relazione agli agrotossici in agricoltura. Ma una questione che rimane senza controllo è pericolosa perché la scienza è cifrata, non arriva alla popolazione. La conoscenza non arriva mai alla società e il Ministero attribuisce poche risorse alla ricerca nel campo dell’Agroecologia che è una materia molto complessa perché necessita di competenze che riguardano le interazioni tra piante ed insetti, ad esempio. In tutto ciò la collaborazione con gli agricoltori è fondamentale ma negli ultimi decenni la loro capacità è stata poco valorizzata”. Ma non tutto è perduto: Gli esperimenti nel campo dell’agroecologia, negli ultimi anni, si sono moltiplicati[3] e hanno dimostrato come, campi abbandonati perché improduttivi in seguito ad uno sfruttamento chimico del terreno[4], siano tornati rigogliosi addirittura nell’arido deserto del Sahel, offrendo sicurezza alimentare a migliaia di nuclei familiari.
“Una volta che la transizione inizia, afferma Nodari, il percorso virtuoso è, ormai, avviato”. 


[1] http://ppgean.ufsc.br/docentes/rubens-onofre-nodari/
[2] https://allianceforbiointegrity.wordpress.com/index-key-fda-documents-revealing-1-hazards-of-genetically-engineered-foods-and-2-flaws-with-how-the-agency-made-its-policy/

[3]  “FAO Success Stories of Climate-Smart Agriculture” FAO 2014
[4] “A livello globale gli effetti dell’agricoltura chimica nel lungo termine sono stati disastrosi (…) Infatti, si interrompe l’equilibrio dei processi  ecologici del suolo, diminuisce la quantità di materia organica e, con questa, la capacità del terreno di trattenere umidità e carbonio”. Fritjof Capra, Anna Lappè, “Agricoltura e Cambiamento Climatico”, pg. 20, Ed. Aboca, 2016

domenica 22 maggio 2016

Homenagem a Paulo Kageyama, lutador da agroecologia


Pensem em um bom exemplo a ser seguido; Kageyama se foi e ainda estará entre nós, ajudando para um futuro mais justo
Redação,
Kageyama era um defensor da agroecologia e atuante junto aos movimentos populares - Créditos: Gerhard Waller
Kageyama era um defensor da agroecologia e atuante junto aos movimentos populares / Gerhard Waller
Pensem numa pessoa gentil, respeitosa, com disposição e humildade para ouvir a todos, demonstrando que sempre haverá o que apreender, na escuta atenciosa do que cada um tem a dizer. Pensem em um professor disposto a enfrentar escolas; insistindo, sempre, que os mestres devem aprender com os alunos. Que devemos desconfiar das tecnologias e estudar não para divulgá-las ou ganhar com elas, mas para filtrar seus efeitos a partir das respostas da natureza e da interpretação trazida pelos que com elas interagem, em sua vivência cotidiana. Nosso líder na luta contra os transgênicos, Paulo Kageyama.
Pensem em uma pessoa que em Seminário da Organização das Nações Unidas para Agricultura e Alimentação (FAO), no qual todos só falam sobre a importância da engenharia genética para acabar com a fome no planeta, sobe na tribuna para dizer o contrário. E que dali afirma ter chegado o momento do mundo reconhecer os erros, as ameaças e os danos contidos neste caminho, que além de comprometer a democracia e a solidariedade entre os povos, está ameaçando a natureza da vida, cujas dimensões sequer conhecemos em totalidade.
Pensem nesta pessoa dizendo, com calma, gentileza e cuidados, que cabe aos cientistas assumir o papel responsável de levar para a sociedade as informações corretas. De que a biodiversidade e a agroecologia têm respostas melhores para estes e outros problemas. E demonstrar, com humildade, que suas afirmativas se apoiam em mais de 20 anos de pesquisa participativa construída com agricultores assentados graças à luta do Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra (MST), em áreas recuperadas de latifúndios improdutivos, no centro-sul do Brasil. Nosso líder na luta por uma ciência cidadã, Paulo Kageyama.
Pensem numa pessoa forte, com disposição para enfrentar a todos em defesa de cada um, apontando a importância da solidariedade como fundamento insubstituível, orientador de qualquer ato consciente, da vida, da pesquisa e do ensino, em suas múltiplas possibilidades. Pensem em uma pessoa disposta a defender uma idéia, contra todos e com ela abraçar as causas dos sem-nada, contra os que têm tudo, e que perto do final, mesmo quando muitos se afastavam, permanecia ali, entre eles, lutador. Nosso irmão, Paulo Kageyama.
Pensem em um homem que deixa rastro e lembranças por onde passou e passará. Pensem em um bom exemplo a ser seguido. Pensem em Paulo Kageyama, que se foi e ainda assim estará sempre entre nós, ajudando na construção de um futuro mais justo para todos. Pensem em Paulo Kageyama, presente.
**Paulo Kageyama, professor da Escola Superior de Agricultura Luiz de Queiroz da USP e reconhecido lutador em prol da agricultura familiar e da agroecologia, faleceu nesta terça-feira (17).
*Leonardo Melgarejo é agrônomo e presidente da Associação Gaúcha de Proteção ao Ambiente Natural (Agapan).

lunedì 11 aprile 2016

TRIVELLE: SI O NO all’abrogazione della norma




di Chiara Madaro


NO

Le piattaforme off-shore già attive entro le 12 miglia marine dalle coste italiane possono continuare ad estrarre idrocarburi a tempo indeterminato

SI

Le piattaforme off-shore già attive entro le 12 miglia marine dalle coste italiane potranno estrarre idrocarburi solo fino alla scadenza delle concessioni




Il Referendum non riguarda nuove trivellazioni per la ricerca di gas e petrolio ma solo quelle già attive. Questo perché le nuove concessioni entro le 12 miglia sono già state bloccate dalla Legge di Stabilità in seguito alle proteste di alcune Regioni (Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto). Al momento le piattaforme off-shore, quelle installate al largo delle coste italiane, sono 135 di cui 93 a meno di 12 miglia di distanza dalla costa (circa 20 km).
Se vincesse il SI, si continuerebbe, comunque, ad estrarre fino al 2018-2034, arco di tempo entro cui scadono tutte le concessioni attualmente attive.
Se vincesse il NO, una volta terminati i pozzi, le piattaforme non verrebbero smantellate dalle imprese estrattrici. Solo al largo dell’Emilia Romagna esistono 40 piattaforme.
CHI sostiene il SI:
o   Associazioni ambientaliste e per la lotta contro il cancro
o   Sinistra Italiana
o   5 stelle
o   Lega
o   Una parte del PD
o   Fratelli d’Italia
PERCHE’ SI:
o   Alcuni studi hanno evidenziato la notevole presenza di idrocarburi nella fauna ittica presente in vicinanza di piattaforme petrolifere
o   Le sostanze presenti nella fauna ittica sono note come ‘interferenti endocrini’ e sono responsabili di cancro, malformazioni congenite, malattie neurodegenerative ecc.. determinate dall’alterazione del corretto funzionamento del sistema endocrino
o   La crescente incidenza di tali malattie sta generando emergenze sanitarie, sociali ed economiche difficilmente gestibile: la forbice tra popolazione attiva e popolazione in stato di dipendenza, si sta invertendo
o   Se si allunga la concessione, i petrolieri godrebbero di una franchigia al di sotto della quale non pagherebbero le royalties (il sistema italiano è famoso tra i petrolieri per garantire ampi profitti ai privati e nessun rischio. Le royalty sono tra le più basse al mondo per cui il sistema pubblico non guadagna niente)
o   Favorire consumi energetici basati sugli idrocarburi significa favorire gli interessi delle lobby private a scapito del bene pubblico
o   La presenza di basi petrolifere abbatte l’economia e la capacità produttiva dei luoghi in cui si estraggono idrocarburi mentre su una piattaforma lavorano poche persone, maestranze spesso non italiane
o   La ricerca di idrocarburi in mare comporta l’uso degli air gun, armi capaci di generare onde sonore che possono superare i 260 decibel con effetti devastanti sui cetacei e su altre specie protette e subsidenza del suolo.

CHI sostiene il NO
o   Il Governo (capeggiato da persone legate a petrolieri e banche)
o   Forza Italia
o   NcD
o   Scelta Civica
PERCHE’ NO
o   Le royalty aiutano l’economia del Paese
o   Le imprese petrolifere garantiscono posti di lavoro
o   Non esistono prove certe sul fatto che l’industria petrolchimica produca danni alla salute e all’ambiente

mercoledì 6 aprile 2016

Entidades divulgam nota de repúdio a projeto que coloca natureza e saúde em risco

A Associação Gaúcha de Proteção ao Ambiente Natural (Agapan), em conjunto com outras entidades que integram o Fórum Gaúcho de Combate aos Impactos dos Agrotóxicos, assina aNota de Repúdio ao PL Nº 3200/2015


O documento indica que o PL (Projeto de Lei) "altera a nomenclatura de agrotóxicos para 'defensivos fitossanitários' e redefine e omite conceitos já consolidados na legislação, deixando lacunas que promoverão um vazio legal". Como exemplo, a nota cita que agrotóxicos como o 2,4 D (componente do Agente Laranja, utilizado na guerra do Vietnã), o Paraquat e o Glifosato não serão obrigados a ter registro "por não se enquadrarem no conceito de 'defensivos fitossanitários' proposto".
As entidades alertam a sociedade para "os riscos que essa proposta  representa ao meio ambiente e à saúde da população".

"Em oposição aos anseios da população com relação ao consumo de alimentos seguros, a proposta do deputado enfraquece o controle sobre esses produtos pelo poder público, concentrando poderes na nova estrutura, a CTNFito – integrada por cargos de confiança designados pelo Ministro da Agricultura, Pecuária e Abastecimento –, e retirando, por exemplo, atribuições do Ibama (meio ambiente), da Anvisa (saúde) e dos órgãos estaduais de fiscalização", denuncia o Fórum. 

O PL 3200/2015 é de autoria do deputado federal ruralista Covatti Filho (PP/RS), colega de partido do também deputado federal gaúcho Luis Carlos Heinze (PP/RS), autor do famoso PL Heinze, que enfraquece a lei que obriga a identificação de produtos alimentícios produzidos com transgênicos, que, por sua vez, são produtos fortemente envenenados. 

Se quiser saber mais sobre o PL Heize o votar contra a sua aprovação, acesse o site do Instituto de Defesa do Consumidor e preencha o formulário.

Fonte: Imprensa Agapan

Confira, abaixo, a íntegra do documento.

NOTA DE REPÚDIO AO PL Nº 3200/2015 


O FÓRUM GAÚCHO DE COMBATE AOS IMPACTOS DOS AGROTÓXICOS manifesta-se veementemente contra o Projeto de Lei nº 3200/2015, de autoria do Deputado Federal  Luis Antonio Franciscatto Covatti (Covatti Filho), o qual propõe uma nova normatização para os agrotóxicos e, para sua regulação, a criação de mais um órgão, a Comissão Técnica Nacional de Fitossanitários – CTNFito. 
O Brasil possui atualmente uma legislação considerada como uma das mais avançadas e completas sobre o tema agrotóxicos. A Lei nº 7.802/89 e seu Decreto regulamentador são detalhados e envolvem os órgãos de Estado responsáveis pela agricultura, pela saúde e pelo meio ambiente. Mesmo assim, não temos sido capazes de enfrentar o uso indiscriminado e abusivo de agrotóxicos, tornando o País o maior mercado consumidor de agrotóxicos do mundo, com imensos custos sociais e ambientais. 
Em oposição aos anseios da população com relação ao consumo de alimentos seguros, a proposta do Deputado enfraquece o controle sobre esses produtos pelo poder público, concentrando poderes na nova estrutura, a CTNFito – integrada por cargos de confiança designados pelo Ministro da Agricultura, Pecuária e Abastecimento –, e retirando, por exemplo, atribuições do IBAMA (meio ambiente), da ANVISA (saúde) e dos órgãos estaduais de fiscalização. 
O PL altera a nomenclatura de agrotóxicos para “defensivos fitossanitários” e redefine e omite conceitos já consolidados na legislação, deixando lacunas que promoverão um vazio legal. Para exemplificar, se aprovado o PL não haverá necessidade de registro de herbicidas, tais como o 2,4D, o paraquat e o glifosato, por não se enquadrarem no conceito de “defensivos fitossanitários” proposto. 
A proposta fere a Constituição ao retirar dos Estados e Municípios a competência para legislar de maneira mais restritiva em questões ambientais, de saúde e agronômicas. 
Consta na Justificativa do PL a semelhança da sistemática proposta com os modelos dos Estados Unidos da América e do Canadá. No entanto, não menciona que nesses países a proteção ao meio ambiente e à saúde efetivamente representam o objetivo principal do processo de controle, pautando a definição do órgão responsável por sua realização: nos Estados Unidos é um órgão federal do setor ambiental (Environmental Protection Agency – EPA) e no Canadá é um órgão do setor de saúde (Pest Management Regulatory Agency of Health Canada – PMRA). 
Se a intenção do projeto é “prestar segurança e celeridade aos processos em tramitação, por meio de uma nova dinâmica”, isso pode ser facilmente obtido com o aporte de recursos humanos, tecnológicos, orçamentários e financeiros aos órgãos de controle já existentes, não havendo a necessidade de criação de uma nova estrutura (CTNFito), muito menos dos gastos públicos que dela advirão. 
Por essas razões, o Fórum Gaúcho de Combate aos Impactos dos Agrotóxicos posiciona-se contra o PL e alerta a sociedade para os riscos que essa proposta representa ao meio ambiente e à saúde da população. 

Porto Alegre, 18 de março de 2016. 

As entidades que compõem o Fórum Gaúcho de Combate aos Impactos dos Agrotóxicos são as seguintes: Associação Brasileira de Agroecologia - ABA; Associação Ijuiense de Proteção ao Ambiente Natural – AIPAN; Agência Nacional de Aviação Civil - ANAC; Associação Gaúcha de Proteção ao Ambiente Natural - AGAPAN; Associação Gaúcha Pró-Escolas Famílias Agrícolas – AGEFA; Associação dos Juízes do Rio Grande do Sul – AJURIS; Brigada Militar; Centrais de Abastecimento do RS - CEASA/RS; Centro de Apoio ao Pequeno Agricultor – CAPA - Núcleo de Pelotas; Centro de Referência em Saúde do Trabalhador – CEREST Porto Alegre; Centro Ecológico; Comissão da Produção Orgânica do Estado do RS-CPOrg-RS/SFA/RS; Conselho de Segurança Alimentar e Nutricional Sustentável do RS – CONSEA/RS; Conselho Estadual de Saúde – CES/RS; Conselho Regional de Engenharia e Agronomia do Rio Grande do Sul – CREA/RS; Conselho Regional de Farmácia – CRF-RS; Conselho Regional de Medicina do Estado do RS – CREMERS; Conselho Regional de Nutricionistas-2ª Região – CRN-2; Coordenadoria-Geral de Vigilância em Saúde do Município de Porto Alegre; Delegacia de Proteção do Meio Ambiente da Polícia Civil; Empresa Brasileira de Pesquisa Agropecuária – EMBRAPA; Empresa de Assistência Técnica e Extensão Rural do Rio Grande do Sul – EMATER/RS;  Escola de Saúde Pública do RS; Federação dos Trabalhadores na Agricultura do RS – FETAG; Fundação Estadual de Proteção Ambiental Henrique Luiz Roessler - FEPAM; Fórum Fome Zero Porto Alegre; FUNDACENTRO-RS; Instituto Brasileiro do Meio Ambiente e dos Recursos Naturais Renováveis - IBAMA; Instituto de Pesquisas Biológicas - Laboratório Central de Saúde Pública do Estado/Fundação Estadual de Produção e Pesquisa em Saúde – IPB-LACEN-FEPPS; Laboratório Nacional Agropecuário – LANAGRO; Movimento dos Pequenos Agricultores - MPA; Ministério Público do Estado do Rio Grande do Sul; Ministério Público do Trabalho - Procuradoria Regional do Trabalho da 4ª Região/RS;  Ministério Público Federal - Procuradoria da República no RS; Ordem dos Advogados do Brasil - Seccional RS - OAB/RS; Pastoral da Ecologia da Conferência Nacional dos Bispos do Brasil - CNBB-Sul III-RS;  Polícia Federal - Superintendência Regional/RS; Pontifícia Universidade Católica do RS – PUCRS; Programa Estadual de Defesa dos Consumidores – PROCON-RS; Rede de Mulheres Negras para Soberania e Segurança Alimentar e Nutricional – REDESSAN; Secretaria da Agricultura, Pecuária e Agronegócio do Rio Grande do Sul – SEAPA/RS; Secretaria do Desenvolvimento Rural, Pesca e Cooperativismo do Rio Grande do Sul – SDR/RS; Secretaria do Trabalho e do Desenvolvimento Social do Rio Grande do Sul; Secretaria do Ambiente e Desenvolvimento Sustentável do Rio Grande do Sul – SEMA/RS; Secretaria Estadual da Saúde do Rio Grande do Sul – SES/RS; Superintendência da Receita Federal do Brasil/RS; Superintendência Federal de Agricultura-RS; Superintendência Regional do Trabalho e Emprego-RS; Universidade Estadual do Rio Grande do Sul – UERGS; Universidade Federal do Rio Grande do Sul - UFRGS.